Steven Zhang festeggia quattro anni al comando dell’Inter. Gli alti e bassi nerazzurri sotto la sua presidenza
Quattro anni di Suning. Quattro anni di Zhang. Era il 2016 quando la misteriosa proprietà proveniente dalla Cina entrava come un carrarmato nel calcio italiano. “Riporteremo l’Inter dove merita”. Era questa la missione della nuova società. Un gruppo presentatosi come forte e vincente, leader nel mercato interno in una delle economie più importanti del mondo, con a disposizione risorse praticamente illimitate. Tutto sembrava portare verso una nuova grande Inter. E la missione, quattro anni dopo, nonostante tutto si può dire riuscita. In quattro anni alla guida del mondo nerazzurro, Suning ha portato tanti successi, anche se macchiati da qualche ombra, soprattutto di recente. Il rapporto tra la tifoseria e la società ha navigato sulle montagne russe tra alti e bassi.
A capo dell’Inter dal 26 Ottobre 2018 c’è Steven Zhang, figlio ed erede dell’imprenditore Zhang Jindong, proprietario dell’Inter. Eletto presidente, in molti inizialmente dubitavano che potesse davvero essere un valore in più per l’Inter. La presidenza del rampollo della famiglia Zhang è stata caratterizzata da un vero marasma di eventi, positivi e negativi: cerchiamo di ricostruirli insieme.
Steven Zhang, gioie e dolori: i quattro anni nerazzurri del presidente
Partendo in una nota positiva, il punto più alto della presidenza Zhang sono certamente le vittorie che, dopo un decennio di assenze, sono tornate a Milano. Prima il ritorno in Champions League, poi il vero trionfo. Uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una finale di Europa League sfiorata. Ma soprattutto, l’idea di un’Inter nuovamente competitiva e pronta a puntare ad obbiettivi importanti. I trofei vinti sotto la presidenza Zhang è certamente l’eredità più importante sino ad ora lasciata da Suning.
Al secondo posto, ma non meno importante, la rifondazione societaria di Suning, che non può che essere tra le svolte positive portate dal colosso cinese al mondo nerazzurro. Dall’Inter di morattiana memoria, ad una società moderna e organizzata. L’arrivo di Beppe Marotta, fortemente voluto dal presidente e contattato in prima persona, e con Marotta poi a seguire di Antonio Conte (altra scelta che non può mancare nei top della presidenza Zhang), sono state il preludio ai trionfi sul campo, e una delle scelte più azzeccate di Zhang da quando è a capo della società Inter.
L’incertezza societaria e le difficoltà economiche dell’ultimo biennio sono sicuramente invece il tasto dolente predominante. Dopo gli sfarzi del primo Suning, i tifosi hanno poco gradito la politica di contenimento dei costi e il silenzio sulla questione da parte della proprietà. Dopo il picco dello scudetto, neanche le due coppe vinte la passata stagione sono bastate per scacciare del tutto l’estate di ridimensionamento e le dolorose partenze di Conte, Hakimi e Lukaku (e poco conta che quest’ultimo sia poi rientrato alla base).
Chiudiamo poi con il polverone più chiacchierato dell’era Suning: l’addio di Mauro Icardi. Il duro braccio di ferro tra l’ex capitano nerazzurro e l’ambiente nerazzurro ha tenuto banco per mesi. Da c’eravamo tanto amati, a c’eravamo tanto odiati. Zhang manda avanti Spalletti e Marotta, ed è soprattutto il tecnico a farsi carico a livello mediatico della situazione. Certamente tra i flop della presidenza Zhang a livello comunicativo, ma tra i top in quello sportivo se si pensa agli effetti che la partenza di Icardi ha poi avuto con la vittoria dello scudetto.