Parole al miele da parte di un ex difensore dell’Inter che ricorda i momenti trascorsi nel club meneghino negli anni ’90.
Vestire la maglia dell’Inter è motivo di soddisfazione e lo è ancor di più se il tuo ricordo è conservato con cura dai tifosi che ti hanno visto esultare per i loro colori. Non passano mai sotto traccia le parole di chi quella maglia l’ha vestita con orgoglio e senza mai risparmiarsi, seppur per poco tempo. Il calcio però è fatto di corsi e ricorsi storici ed è la nostalgia, molto spesso, a trapelare dalle dichiarazioni di chi, ripensando al passando, è consapevole che avrebbe potuto trascorrere più tempo con la divisa a strisce nere ed azzurre.
Quella del 1995 fu un’annata particolare per la società nerazzurra che venne rilevata dal presidente Massimo Moratti il quale riportò -a distanza di 27 anni dal padre Angelo – un membro della sua famiglia a capo della società. Il neopresidente investì fin da subito grandi cifre sul mercato: l’obiettivo era quello di innalzare il tasso tecnico della squadra. La prima e più importante trattativa riguardò quello che poi sarebbe diventato lo storico Capitano con il numero 4 stampato sulla maglia, Javier Zanetti. Nello stesso anno un altro nome portò lustro alla società, quello del talentuoso brasiliano Roberto Carlos. A distanza di anni, mentre Zanetti ricopre ancora oggi un ruolo importante dentro l’organigramma societario, il calciatore a nutrire più rimpianti di quell’Inter degli anni ’90 è proprio il terzino basiliano. Alla Gazzetta dello Sport il difensore si è raccontato in una lunga intervista.
Roberto Carlos racconta della sua esperienza all’Inter e si lascia anche andare ad importanti dichiarazioni in merito al Derby d’Italia. “Ha qualcosa in più della Juve” afferma il brasiliano, considerando quindi l’Inter favorita. In merito ad un suo successore con la casacca dell’Inter non ha molti dubbi: “Dimarco è un talento che si sta affermando. Gli serve continuità”. E sul fronte ricordi, Roberto Carlos non ha timore a dire: “Lo ammetto, mi sarebbe piaciuto passare più tempo in Italia e all’Inter, a cui rimango comunque molto legato”. Si rende conto però che qualora non avesse lasciato l’Italia, non avrebbe avuto la possibilità di crescere e maturare altre esperienze in altri club. Già all’epoca, dice:” Il calcio era dinamico e le cose si muovevano spesso velocemente”. Ciò che però non è mutato nel corso degli anni è stato il suo legame con questi colori, che ha vestito per 34 volte, facendo esultare i suoi tifosi con 7 reti realizzate.
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