Inter, spunta il retroscena sulla cessione del club. Non se lo aspettava nessuno, è stato un vero shock per i tifosi
Le vicende societarie dell’Inter hanno tenuto banco a lungo sulle pagine dei giornali in questi ultimi anni. Le voci di una cessione del club sono praticamente state all’ordine del giorno, e si sono anche trasformate in realtà con ben tre cambi societari nell’ultimo decennio. Prima Erick Thohir, poi il passaggio a Suning, e infine pochi mesi fa l’arrivo di Oaktree. Nel mezzo tanti potenziali clienti e trattative mai concretizzate. Segno di un calcio ben lontano da quello del passato, quando uno scenario simile sarebbe stato impensabile.
Per decenni l’Inter ha fatto rima con Moratti. I più grandi successi della storia nerazzurri sono arrivati proprio sotto la presidenza dell’imprenditore Angelo, artefice della “Grande Inter” delle due Champions League degli anni ’60 e di suo figlio Massimo. Quest’ultimo, in particolare, continua a essere nel cuore dei tifosi nerazzurri cresciuti con le emozioni della sua Inter, quella di Zanetti e Ronaldo, di Baggio, Milito, Adriano e Vieri, di Mourinho e del Triplete. L’Inter dei campionissimi e dei miliardi spesi in ogni sessione di mercato, della passione sfrenata nelle vittorie più luminose e nelle sconfitte più atroci. Sembrava impossibile che il tifoso numero uno nerazzurro, dal 1995 proprietario del club, potesse lasciare eppure, nel 2013, l’Inter è passata di mano chiudendo un capitolo incredibile della sua storia.
Moratti, il retroscena sulla cessione
A spiegare le motivazioni di quella sofferta scelta è stato proprio Moratti, che in una intervista a Libero ha rivelato il perché di quella decisione: “L’Inter ha ambizioni diverse da quelle di altri club” ha spiegato, rivelando come per lui da primo tifoso del club sarebbe stato impossibile non investire come aveva sempre fatto. “Sarebbe stato difficile per me mettermi sul piano di un’amministrazione mirata al risparmio,e andando avanti sarebbe stato sempre peggio”. Moratti, insomma, si è reso conto che il calcio al quale la sua presidenza faceva riferimento stava scomparendo e che per le ambizioni dell’Inter era necessario andare in un’altra direzione.
Il presidente ha rivelato di non essersi pentito della scelta fatta, ma anzi di averla probabilmente compiuta troppo tardi “18 anni sono tanti” ha detto. Quel che è certo è il ricordo indelebile che ha lasciato nella storia del club, e a testimonianza di ciò resta l’affetto dei tanti tifosi, che ancora in molti casi continuano a rimpiangere gli investimenti e la passione di un presidente tifoso come Moratti.
